U.E. - Regolamento di Dublino sull’Immigrazione salta la riforma europea osteggiata da Italia ed Ungheria
25/06/2018
U.E. - Regolamento di Dublino sull’Immigrazione salta la riforma europea osteggiata da Italia ed Ungheria
In data 5 giugno 2018, alla riunione dei Ministri dell’Interno dei 28 a Lussemburgo, salta l'intesa sulla riforma delle regole di Dublino, per rivedere l'accordo che disciplina il diritto d'asilo per i migranti che arrivano in Europa.
L'Italia e l’Ungheria, assieme ad altri Paesi, si sono opposti con forza alla riforma proposta dalla presidenza bulgara.
Andiamo per piccoli passi e cerchiamo di capire questa delicata materia.
1. Cosa si intende per Regolamento europeo e cosa prevede sommariamente il regolamento di Dublino attualmente in vigore?
I regolamenti sono atti giuridici dell’Unione europea con portata generale (valgono per tutti), hanno applicazione diretta (non hanno bisogno di essere recepiti dagli Stati membri) e presenta l’ obbligatorietà in tutti i propri elementi.
L’attuale regolamento di Dublino (604/2013), noto come Dublino III, è il regolamento Ue che «stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide».
Più nello specifico, tale regolamento obbliga gli Stati in cui il migrante mette piede per la prima volta a farsi carico dei richiedenti asilo.
2. Perchè lo si vuole riformare?
L’aumento dei flussi migratori verso l’Europa in questi ultimi anni, causato da molteplici ragioni, tra cui certamente l’instabilità politico-economica e le guerre nell’area del Nord Africa e del Medio Oriente, ha messo a dura prova i sistemi di accoglienza dei Paesi U.E., primi tra tutti quelli che si affacciano sull’area mediterranea, tra cui l’Italia che risultano essere per posizione geografica i „Paesi di primo ingresso”.
Di qui l’apertura di una discussione a livello europeo di riforma urgente che consentisse un meccanismo di „ripartizione equa e solidale” tra tutti i Membri dell’U.E.
3. Che cosa prevede in breve la riforma avanzata dalla presidenza bulgara e nata a seguito di vari compromessi?
Il testo di mediazione bulgaro reintroduce il concetto di ripartizione delle quote dei migranti ma solo in „casi estremi” e „crisi gravi”, quando un certo paese si „sovraccarica” del 160% rispetto all’anno precedente, diventando obbligatorio solo quando si arriva al 180% (la percentuale di calcolo è il rapporto tra il PIL e la Popolazione del paese in questione).
La penale per il rifiuto di un richiedente passa da 250mila Euro a 30mila Euro, oltre all’introduzione di c.d. „responsabilità stabile”: quando un migrante entra in un determinato paese, lo Stato in questione deve garantirne la presa a carico per 10 anni.
4. Perchè è stata bocciata e quali sono le motivazioni in materia di Italia ed Ungheria?
Da una parte l’Italia così come la Spagna, lamentano le forti „responsabilità” e „pressioni” che subiscono i Paesi di „primo ingresso” oltre alle riduzioni di penali, mentre su base diametralmente opposta, l’Ungheria rifiuta l’obbligatorietà delle quote così come gli altri paesi appartenenti al Visegrad.
5. Quali scenari futuri?
La nuova presidenza della Commissione, a guida austriaca, si insiederà a luglio 2018 con la promessa di una immediata e nuova discussione su questa importantissima e delicata materia a fine estate, con una riunione informale dei Ministri degli Esteri, in cui forse la stessa presenterà una nuova proposta.
L’auspicio è che si giunga finalmente ad un accordo migliorativo nel rispetto dei diritti e nella tutela delle tradizioni dei Paesi ospitanti così come il rispetto per i diritti umani per coloro che saranno ospitati.
Dr. Lorenzo Amato
Studio Legale Avv. Balint Halmos